La leadership sportiva proiettata nell'impresa: leader o manager?
- Cristina Piccin
- 18 sept. 2018
- 4 min de lecture

Cosa può insegnare lo sport d'élite alla gestione dell'impresa?
Nello sport si dà molta importanza al sentimento collettivo, alla coesione, all'idea di unione, in quanto laddove il coach ha assunto il ruolo di leader, ha una grandissima influenza sulla prestazione della squadra. I giocatori, gli atleti sentendosi parte integrante e partecipativa di un gruppo efficace si identificano in esso e si vedono legati con gli altri in un senso di appartenenza che diventa molto forte.
Non è un caso che le organizzazioni e le imprese che raggiungono il successo siano quello che riescono a incanalare nei diversi livelli dell'azienda dei valori condivisi, delle missioni e delle strategie nelle quali tutti i componenti lavoratori si identificano e per le quali si sentono utili e indispensabili. Insomma come in una squadra che rincorre un titolo.
Come nel concreto si effettua questo paragone?
Prima cosa: essere un Leader o essere un Manager?
Per molti potrebbe sembrare vaga come contrapposizione, ma vi è una sottile differenza. Quale?
Come lo schema sottostante vi può riassumere.
il manager ricopre un'immagine di colui che è esperto, che padroneggia una tecnica specifica del suo campo di lavoro e ha delle capacità relazionali riconosciute. Diventare manager è effettuare un cambiamento d'identità professionale e un “allentare” il proprio ruolo di esperto (ovvero il cosa?) per assumere maggiormente una posizione di regolatore concentrato sul processo (ovvero il come?) Egli è focalizzato sulla gestione del processo, come le relazioni tra persone, metodi, ecc. tenendo sempre bene a mente il proprio obiettivo di lavoro.
Il leader in genere è quella persona “che si segue”. Diventare un leader richiede un cambiamento d'identità professionale diretto verso il senso (ovvero il perché? e il per cosa?) Egli è concentrato invece sulla visione strategica di quello che sta compiendo l'azienda. Il leader è portatore di senso per ogni individuo della squadra aziendale.
Ciò non esclude tuttavia che si possano ricoprire tutte e due le figure.
MANAGER:
Sa come fare
Sa raggiungere degli obiettivi
É allenatore e facilitatore.
Accompagna i cambiamenti
LEADER:
Sa perché e per cosa fare e sa far fare
Sa definire le finalità, gli obiettivi e le priorità. Sa far raggiungere degli obiettivi.
Influenza la visione e facilitatore del senso del lavoro.
Pilota le trasformazioni
Questo atteggiamento da parte dei dirigenti o dai “managers” darebbe come risultato un'effettivo sentimento di inclusione in un progetto comune e una visione di sviluppo positiva da parte dei lavoratori, che quindi renderebbero l'organizzazione più efficiente e performante. In queste equipes di lavoro il “noi” ha un ruolo ben più rilevante che l'”io” nella prestazione di squadra.
Nello sport questo lo si può notare soprattutto dal modo in cui i leaders (allenatori, capitani, giocatori) incoraggiano, credono ed hanno fiducia nelle capacità di ogni singolo e quindi del gruppo, esprimendolo positivamente sul campo.
Di conseguenza tutto ciò vale anche nel settore lavorativo, dove il dirigente valorizza i collaboratori e rinforza i loro punti di forza, stimolandoli a prendere le proprie responsabilità, dando loro lo spazio ed il tempo per proporre delle soluzioni e non identificando solamente dei problemi, e soprattutto credendo nelle loro qualità e nella loro autonomia. In tale modo il leader permetterà una creazione di processi di coesione, di comunicazione, di fiducia tra i collaboratori che porterà a dei risultati positivi. Per tale ragione è importante per un leader di non concentrarsi unicamente sul risultato (e soprattutto non con atteggiamento negativo!), ma di focalizzarsi sul senso della sicurezza e fiducia della squadra orientata verso il processo e il lavoro.
Il leader influenza, non manipola:
“L'arte dell'influenzare” è una competenza professionale chiave per la leadership positiva (sportiva).
Purtroppo molto spesso dirigenti, ma anche allenatori nel mondo dello sport, confondono l'influenza con la manipolazione, provocando così dei risultati negativi nella coesione e nella fiducia della squadra.
Influenzare significa :
distribuire degli obiettivi chiari ed espliciti
avere un'intenzione positiva nei confronti dei propri collaboratori
basarsi su dei principi e dei valori
l'interlocutore è consapevole dell'influenza del leadership
Manipolare invece vuol dire:
distribuire degli obiettivi confusi, non enunciati e volontariamente falsi
cercare di trarne profitto dall'altro
il fine giustifica i mezzi
l'interlocutore non si rende conto della manipolazione
sì influenzare, ma in che modo?
Ci sono diverse maniere che il leader/manager può utilizzare per fare ciò:
Leve di influenza legate alla sua postura: Egli non può usufruire direttamente delle punizioni e delle ricompense o basarsi sul suo stato gerarchico, quindi il manager/leader si consacrerà suo successi precedenti (che offriranno lui una certa legittimità) e degli appoggi esterni di indiretta gerarchia importante.
Leve di influenza legate alla sua persona: Né esistono quattro forme:
l'informazione
la persuasione
l'expertise
l''interesse per l'altro
Leve di influenza legate alla sua missione: Il tipo di compito da portare a termine può ugualmente essere qui utile in quanto pone il manager/leader al centro di un insieme di diverse componenti (imprese, servizi, mestieri, ecc.), essa offre la possibilità di organizzarsi senza gerarchia abituale ed ha un ruolo importante nella strategia che unita agli strumenti dati dal manager porta l'equipe ad agire motivata.
E perché i collaboratori dovrebbero esserne d'accordo?
Per fare ciò è necessario soddisfare due condizioni:
La missione/lavoro deve essere compatibile con le altre attività del lavoratore: Nello specifico essa deve essere quindi:
legittima e coerente con i suoi obiettivi/responsabilità
possibile secondo le sue competenze e autonomia
compatibile con i ritmi delle attività permanenti
Le aspettative e il funzionamento del lavoratore devono essere compatibili: il lavoratore si impegnerà solamente se esso sarà in linea con i propri bisogni psicologici, le sue priorità ed obiettivi professionali, i suoi interessi.
dott. Piccin Cristina
Preparatrice mentale & coach
www.factorpmentalpreparation.com
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