Come sviluppare l'autostima nei giovani atleti in 10 punti
- Cristina Piccin
- 16 déc. 2018
- 3 min de lecture
Come abbiamo visto nell'ultimo articolo de blog (http://www.factorpmentalpreparation.com/blog/come-sviluppare-l-autostima-nell-allenamento), l'autostima ha un ruolo importantissimo e primario nel buon sviluppo del bambino e dell'adolescente atleta.
Un buon livello di autostima permetterà allo sportivo di godere anche di un certo livello di sicurezza in sé stesso, ingrediente fondamentale della prestazione, ma anche della perseveranza nello sport e in tutte le altre imprese della propria vita.
Perché è importante permettere e incentivare una buona autostima nei vostri beniamini?
In primis, perché la varietà di ambienti in cui il bambino cresce aumenta le possibilità di essere influenzato positivamente (nel caso in cui uno o più di questi ambienti siano tossici, come ad esempio a volte può esserlo la scuola, o altre realtà, ecc.). In secondo luogo, perché avendo una buona autostima regalerete ai vostri atleti una base solida, utile e preziosa per tutte le sfide della loro vita (da quelle competitive, a quelle universitarie, scolastiche, professionali, ecc.).
Un bambino che non ha sviluppato un buon livello di autostima sarà un adulto che avrà dei pensieri stereotipati, porterà aggressività contro coloro che possiedono la "conoscenza", proietterà sui propri figli lo stress della prestazione come per completare i suoi errori passati, svilupperà un linguaggio interno negativo, ecc. Al contrario un adulto con autostima sarà qualcuno che ha voglia di imparare, responsabile e rispettoso di sé e degli altri, con delle buone relazioni umane e affettive, riuscirà a riflettere senza farsi manipolare.
Abbiamo spiegato in quale modo i "sintomi" di una debole autostima si manifestano, oggi abbordiamo i modi e le piste utili per migliorare e sviluppare quest'ultima.
Innanzitutto il bambino/giovane atleta cresce e impara grazie ad un sistema di "imitazione" e non solamente tramite gli insegnamenti verbali. Pertanto il comportamento, il linguaggio verbale e non verbale dell'allenatore (e dell'insegnante a scuola e del genitore a casa) saranno un primo fattore di influenza sull'autostima: se l'insegnante dimostra (ed ha) una bassa autostima di sé, il gruppo di giovani atleti inconsciamente né risentirà.
Come riconoscere questa mancanza di autostima (riconoscersi per migliorarsi) nei comportamenti con il gruppo di allievi?
Un insegnante/allenatore che non ha una buona autostima avrà la tendenza :
ad essere impaziente (nei risultati, nei comportamenti, ecc.),
sarà qualcuno di molto autoritario e che sancisce delle punizioni spesso,
si focalizza sui punti deboli dei propri allievi piuttosto che sulle loro forze (in modo esplicito con le critiche o nelle sue riflessioni interne),
ispira nei suoi allievi un sentimento di timore più che di affetto e ammirazione,
incoraggia (esplicitamente o implicitamente) la dipendenza, l'obbedienza e la conformità,
ed infine punisce qualsiasi devianza per quanto riguarda il "modello unico che impone".
Quali sono quindi i comportamenti da mettere in atto per rendere il clima propenso allo sviluppo di quest'elemento della personalità?
Primaria sarà l'installazione di una realtà che riveli una sicurezza psico-fisica per il bambino/giovane. Ovvero fissare delle regole (scelte o meno con gli atleti, in base alla loro età) nel gruppo, garantire la sicurezza corporea e dare importanza al contatto umano nei gesti (cosa che lo sport fortunatamente permette maggiormente che la scuola). Altra componente la sicurezza emotiva/psicologica , un ingrediente che si manifesta ad esempio con lo sguardo positivo dell'allenatore/insegnante, la riconoscenza delle diverse sue emozioni, l'invio di segnali di riconoscenza CHIARI e non ambigui, evitare qualsiasi comportamento distruttivo della personalità (prese in giro, violenza, fallimenti ripetitivi, ecc.) e le richieste troppo difficili. Infine la sicurezza mentale, ovvero evitare le contraddizioni tra linguaggio verbale e non verbale (viso scontroso, con parole positive, incoerenza tra tono della voce e senso di quello che si dice, ecc.), stimolare la creatività, sostenere la sua voglia di imparare, lasciarlo scoprire, sperimentare, stimolare tutti i 5 sensi.
I 10 punti importantissimi nel buon sviluppo di un gruppo sono i seguenti:
Rispettare la dignità dell'atleta
Applicare sempre una giustizia corretta, equa all'interno della palestra: senza fare battute, commenti, sulla differenza di sesso, di origine, di età, ecc.
Aiutare lo sportivo ad avere una buon apprezzamento di sé stesso
Vedere prima di tutto le forze del vostro atleta, e ricordargliele
Considerare gli errori come parte integrante del processo d'apprendimento e rendendo esplicita questa nozione in diversi momenti del vostro allenamento, e competizione: se il giovane viene preso in giro, sgridato o screditato, il processo verrà bloccato.
Stimolare la ricerca della soluzione (in lavori tecnici e tattici a tema ad esempio)piuttosto che fornire delle risposte pronte (soprattutto con i più giovani)
Portare uno stile di attenzione diversa e adattata per ogni sportivo in quanto ognuno avrà bisogno di mezzi e modi differenti di comunicazione con voi (allenatore/insegnante)
Favorire una disciplina equilibrata : la disciplina in un gruppo è molto spesso la chiave del successo di tale gruppo. Ma disciplina non significa rigidità e nemmeno permissività.
Avere delle aspettative positive (esplicite ed implicite) sui vostri atleti: essi hanno una certa sensibilità e queste aspettative si rivelano veritiere se mantenute anche dall'allenatore stesso.
Favorire il vivere con gli altri, insieme agli altri.
Nel prossimo articolo entreremo più nel dettaglio dell'individualità e specificità dello sviluppo dell'autostima nel giovane atleta.
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