Infortunio: quando la preparazione mentale diventa il tuo migliore amico
- Cristina Piccin
- 18 sept. 2018
- 3 min de lecture

Nel mondo dello sport, competitivo o amatoriale, l'infortunio è un tema molto presente nelle carriere o nei percorsi sportivi. Una componente presente quanto difficile da gestire per l'atleta. Egli intraprende una riabilitazione ed un recupero motorio progressivo sino alla ripresa totale dell'allenamento e poi della competizione. Questa rieducazione può durare da qualche mese sino a qualche anno.
Come potete ben capire, questo periodo non è per niente semplice per l'atleta, e lo è ancor più per il professionista che si vede “strappato” dalla sua quotidianità e dai suoi obiettivi. Egli deve riprogrammare tutto, deve ritrovare la motivazione e il coraggio, ed in seguito la sicurezza e la gestione delle paure che possono apparire.
Qui entra in gioco la preparazione mentale post infortunio che gioca un ruolo predominante nell'accelerazione della riabilitazione e nell'accompagnamento dello sportivo.
Ciononostante da diversi anni si conosce l'altrettanto determinante ruolo della preparazione mentale nella prevenzione dell'infortunio, in quanto esiste un legame stresso tra stress ed infortunio.
Come prevenire l'infortunio? Come gestire mentalmente questo infortunio? E cos'è che lega lo stress all'infortunio nello sport?
Giustamente una gran parte di atleti hanno iniziato la preparazione mentale nei momenti difficili della loro carriera, sopratutto durante la riabilitazione post infortunio, ma altrettanti non si sono fermati all'utilizzo di questo fattore prettamente nel rieducazione pre ripresa dell'attività, in quanto si sono resi conto di quanto essa è determinante nella prestazione sportiva.
Cos'è l'infortunio sportivo?
“Uno stato percepito che porta l'atleta a non poter seguire l'allenamento e la competizione per almeno un giorno dopo l'incidente e che implica un'attenzione medica o delle cure complementari e ulteriori alla semplice applicazione di ghiaccio o fasciatura” (Noyes, Lindenfeld, Marshall, 1998)
Il grado dell'infortunio varia:
primo grado: leggero (1-7 giorni)
secondo grado: moderato (8-21 giorni)
terzo grado: maggiore (+ 21 giorni)
Inoltre una cosa importantissima è da sottolineare: il primo infortunio di uno sportivo e il modo in cui egli reagisce sarà determinante per i futuri infortuni.
Ma che legame c'è tra stress ed infortunio?
Questa connessione causa-effetto è dimostrata da diversi studi: i ricercatori ci mostrano che nel momento in cui l'atleta è sottoposto ad una situazione valutata da lui stressante, egli è più propenso al percepire la situazione come minacciosa e quindi ad infortunarsi se :
è vulnerabile allo stress in quanto l'ansia e lo stress giocano un ruolo negativo sulle situazioni di gara e di allenamento, perturbando il lato fisiologico e dell'attenzione dell'atleta
ha vissuto degli eventi percepiti come sfavorevoli (negli ultimi tempi)
non ha molte risorse personali e sociali
Ecco perché la Preparazione Mentale diventa il tuo migliore amico:
Essa ti verrà incontro e diventerà un ingrediente indispensabile della tua riabilitazione e rieducazione, affiancandosi cosi al lavoro professionale di fisioterapisti, medici e preparatori fisici.
Innanzitutto la psicologia ci insegna che dal lato mentale l'infortunio viene affrontato nel seguente modo dall'atleta:
Rifiuto: “Non ho niente, tutto è apposto, sto bene”
Collera: momento in cui l'atleta realizza le conseguenze dell'infortunio, dando colpa agli altri o a se stesso.
Negoziazione: “un mese ed ho recuperato, basteranno 4 settimane”
Depressione: lo sportivo realizza la gravità della situazione che non è negoziabile
Accettazione: momento in cui lo sportivo può impegnarsi al massimo nella riabilitazione
Tuttavia succede che lo sportivo salti delle tappe (ciò dipende dalla sua personalità, perciò è determinante conoscersi bene)
Quindi la Preparazione Mentale come interviene post-infortunio?
Trovare l'esistenza di un legame tra stress e infortunio. Se esso non esiste allora determinare i fattori -causa (sovrallenamento, presa di rischio, stanchezza, litigio, ecc.) rendendo l'atleta attore della sua riabilitazione o per evitare dei futuri incidenti.
Prepararsi agli imprevisti per poter affrontarli più facilmente quando effettivamente succedono, quindi relativizzare e pianificare le conseguenze.
Prevenire anticipandoli. Non serve a nulla dirsi “Se avessi fatto cosi”, “se mi fossi ascoltato di più...”, la cosa importante è il presente e organizzarsi per il futuro, quindi pianificando degli obiettivi nuovi a breve, medio, lungo termine.
Essere protagonista della propria riabilitazione. In tal modo si eviteranno le fasi depressive. Godere ed organizzare tutte quelle attività che la vita sportiva professionistica non permetteva di fare è un buon metodo per gestire bene il tempo di rieducazione (passare del tempo con la famiglia, gli amici, migliorare la propria immagine, fare del public relations, ecc.)
Accelerare i tempi di recupero, in quanto le ricerche scientifiche hanno provato che le tecniche utilizzate in preparazione mentale permettono di guadagnare tempo, offrendo inoltre dei benefici psicologici per lo sportivo.
Uscire dal circolo vizioso dell'accumulo di infortuni. L'infortunio provoca nell'individuo un timore che modifica in modo sfavorevole la postura e l'atteggiamento psicologico di quest'ultimo. Numerosi studi hanno dimostrato il legame tra l'infortunio e l'umore, l'ansia e la ricerca delle sensazioni forti, ecc. Perciò è da prediligere in questi momenti l'aiuto della preparazione mentale che cercherà di cancellare questa vulnerabilità.
dott. Piccin Cristina
Preparatrice mentale & coach
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